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Arlecchino servitore del prodotto interno lordo, Avamposti Teatro delle donne, 6 7 8 ottobre Teatro Goldoni

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da Giuseppe Faienza
 


Arlecchino servitore del prodotto interno lordo, Avamposti Teatro delle donne, 6 7 8 ottobre Teatro Goldoni

Venerdì 6, sabato 7 e domenica 8 ottobre 2023 - ore 20,30
Teatro Goldoni - via Santa Maria, 15 - Firenze
Il Teatro delle Donne
ARLECCHINO SERVITORE DEL PRODOTTO INTERNO LORDO
Secondo testo della Trilogia del Desiderio
Testo e regia Filippo Renda
Luci Laura De Bernardis
Con FILIPPO RENDA, ANTONIO FAZZINI, MARGHERITA GALLI, VIERI RADDI
PRIMA ASSOLUTA
Nel 1793 Joseph Wright of Derby dipinge Il cotonificio di Arkwright: tra la vegetazione incontrollata dei boschi inglesi, un edificio di mattoni sfugge alle leggi della natura e spande la propria luce interna dalle numerose finestre. Il palazzo e il suo immaginario padrone sono i capostipiti di una guerra che solo 150 anni dopo dichiarerà finalmente un vincitore. È la guerra del Capitale all'alternanza tra sonno e veglia, tra riposo e lavoro, tra vita privata ed esposizione pubblica. È la vittoria di un nuovo stile di vita nel quale si è abili al consumo 24/7 e nel quale chi dorme è un perdente.
A distanza di oltre due secoli da quel dipinto, in uno delle migliaia di magazzini di una notissima multinazionale dello shopping online, un giovane di nome Arlecchino lavora dalle 18 del pomeriggio alle 6 del mattino senza sosta. Ogni suo movimento, ogni suo passo è sapientemente regolato e controllato da sofisticati applicativi installati nel suo smartphone personale.
Arlecchino servitore del Prodotto Interno Lordo è uno spettacolo che pone al centro della sua costruzione l'analisi critica di un sistema sociale. Mette in scena l'incapacità di realizzare i pericoli prodotti dalla sostituzione dall'unità di spazio con l'unità di tempo: non esistono più luoghi per la condivisione sociale e, se esistono, vengono continuamente demonizzati. Quegli spazi sono stati sostituiti dagli infiniti istanti che ci regalano i touch sugli schermi dei nostri dispositivi, che non sono in grado di regalarci alcuna forma di piacere, ma ci affondano in una perenne apatia, nella consapevole illusione che arrivi un'immagine, un video, un messaggio realmente stimolante.










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